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FOIBE: UN RICORDO TUTTO ITALIANO

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PRETORIANO88
view post Posted on 28/2/2008, 14:00




Il 10 febbraio 2008 si è celebrata in tutta Italia il “Giorno del Ricordo”. In molte città si sono deposte corone di fiori ai Martiri delle foibe, in altre sono state intitolate loro addirittura vie e rotonde. A Basovizza, come ogni anno ormai, si è celebrata la tragedia delle Foibe e dell’esodo istriano, fiumano e dalmato. L’Unione degli Istriani ha però pensato di celebrare questa ricorrenza anche in Slovenia, presso Roditti e Capodistria, luogo di torture e barbare uccisioni da parte delle truppe del maresciallo Tito. Il pellegrinaggio però, viene ostacolato dalla polizia Slovena che prima blocca la comitiva sul confine (in violazione del trattato di Schengen) invitandola a ritornare in Italia nel caso le intenzioni fossero quelle preannunciate, visto che si trattava, a loro modo di vedere, una “manifestazione non autorizzata”, e poi la multa di 312,00 euro. La comitiva non si fa intimidire e continua nei propri intenti, grazie anche all’On. Roberto Menia prontamente intervenuto sul posto, ma viene fermata una seconda volta a Capodistria, dove ad attenderli c’è la polizia penitenziaria che chiede al responsabile della comitiva di seguirli in questura. Dopo varie discussioni, gli esuli vengono multati di altri 312,00 euro, e possono ripartire verso il confine. Come nota di fondo, va fatto notare che la corona di fiori deposta al di fuori della miniera di Roditti è stata rimossa dopo neanche un’ora.
Le riflessioni in merito sono davvero numerose: cosa facevano di male un centinaio di esuli che, senza vessilli, striscioni, megafoni e bandiere depositavano 2 corone di fiori in ricordo degli infoibati? Perché nonostante siano caduti i confini sono stati bloccati ed è stato intimato loro di tornare in Italia? Va detto inoltre, che da anni ormai in Italia vengono commemorati i partigiani jugoslavi fucilate dalle truppe naziste, senza bisogno di permessi, né preavvisi. Il carso è disseminato di monumenti alle truppe di Tito che annualmente vengono ripulite per garantire a tutti i morti pari dignità. Infine va sottolineato il fatto che da un paese dell’UE (che in questo periodo detiene la presidenze dell’UE) ci si aspettava un trattamento diverso da quello tenuto dalla polizia d’oltreconfine, che molto ricordava quello della “milica” più che quello dell’odierna “policjia”. Certo c’è da dire una cosa: se il loro scopo era quello di intimidire dei vecchietti di 70 anni, ci sono riusciti. Arrivato a questo punto mi chiedo cosa sia cambiato in tanti anni. Siamo di fronte ad un paese che non solo non ha ancora provveduto a ricordare in alcun modo quello che è stata la pulizia etnica messa in atto da Tito, ma è arriva addirittura a negarla in molti casi; ad un paese rappresentato dal Presidente Turk che chiede la“restituzione dei beni culturali trafugati dai fascisti” (con riferimento alle opere di Veneziano, Vivarini e Carpaccio, messe al sicuro da quelle zone soggette a numerosi bombardamenti; è andata in modo un po’ diversa da quanto detto da Turk) che in alcun modo sono stata vincolati alla loro restituzione, invece di parlare dei beni degli esuli quantificati a 110 milioni di dollari ancora da saldare in base a quanto sottoscritto dalla Jugoslavia nel Trattato di Osimo del 1975. Questo discorso vale anche per la Croazia, la quale ha fatto di recente sapere “che non c’è bisogno di aggiungere né di togliere una sola parola alla dichiarazione con la quale il presidente Mesic aveva reagito un anno fa alle parole del capo dello Stato italiano” (riferendosi alla frase di Mesic che protestò nei confronti di Napolitano, vedendo nel suo commento sulle foibe “furono una pulizia etnica” “un elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e revanscismo politico”). Insomma, due Stati che difendono quanto fatto in passato dal maresciallo Tito e che ancora oggi godono dei frutti di espropriazioni, deportazioni e infoibamenti. Questi Stati, però, a loro volta, chiedo la “pacificazione” e la “riconciliazione” con l’Italia. Forse va ricordato loro però, che questo può avvenire solo se c’è la volontà di fare i conti con il proprio passato che, se per noi è avvenuto, non mi pare si possa dire la stessa cosa di loro.

ISTRIA FIUME E DALMAZIA NE SLOVENIA NE CROAZIA



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